Abbiamo intervistato Antonio, maestro pizzaiolo di Malaterra Euroma2.
Fare la pizza è un gesto d’amore. Parola di Antonio, pizzaiolo del nostro locale a Euroma2. Ma come si diventa pizzaiolo? Ed è davvero un mestiere che dà soddisfazioni?
“Se nella vita cerchi milioni a palate, comunque arrivino, non è il tuo mestiere questo è certo. Fare la pizza significa innanzitutto fare da mangiare alla gente, e questo sì che dà soddisfazione. Non solo perché quando vai a dormire, vai a dormire con la coscienza a posto, ma anche perché una persona che mangia bene è più felice, lo vedi dalla faccia. È bello lavorare per dare felicità.”
E come si fa una pizza davvero buona?
“Gli ingredienti buoni sono ovviamente la prima cosa. Ma poi è come si fa. È un gesto d’amore. Ma proprio amore fisico! Guarda, avvicinati al banco. Prima di tutto è come stendi la pasta. Il calore delle mani, come le usi, questo fa la differenza. È quasi una coccola, no? Poi gli ingredienti che non sono mai messi a caso. Si segue un ordine e si deve essere generosi, senza però esagerare! L’impasto deve amare l’ingrediente, non sopportarlo. Nun ha da ess pesante l’ammore! E poi il forno… la vera parte bella.”
Perché che succede nel forno?
“Il forno è come una stanza d’amore. Dove il pizzaiolo sistema la pizza facendo attenzione che tutto sia a temperatura a partire dal suo letto, il pavimento del forno. Se è troppo caldo, vengono le bolle. Se è troppo freddo, vabbè allora lascia perdere proprio. E poi si gira, si controlla, la si vede crescere, cuocere, lentamente. Vedi l’impasto, il pomodoro che si asciuga, ma poco, la mozzarella che comincia a filare. E la giri ancora. Con delicatezza. La fai scivolare sulla pala. E quand’è pronta, non è pronta: è giusta! Calda, profumata, buona. Come dev’essere una storia d’amore, no?”
Bé in effetti detta così… e qual è la tua pizza preferita?
“La prossima!”